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LE GROTTE DI BOSSEA

Project Info

Project Description

La Grotta di Bossea si apre in Vai Corsaglia, nel Comune di Frabosa Soprana; a 836 m. di quota; fra le più belle e dimportanti grotte turistiche italiane, è caratterizzata essenzialmente da 3 aspetti:

  1. Grandiose dimensioni ambientali; con vaste panoramiche su paesaggi pittoreschi e scoscesi;
  2. Grande ricchezza di acque correnti e precipiti;
  3. Alto valore scientifico e naturalistico.

E’ suddivisa convenzionalmente in una zona inferiore caratterizzata da imponenti dimensioni e in una zona superiore costituita essenzialmente da un complesso di strette gallerie sviluppate su piani sovrapposti.

Le due parti della cavità sono separate dalla cascata dei Lago d’Ernestina.
La zona inferiore lunga circa 900 m. e con dislivello ascendente di 116 m. è attrezzata per la visita turistica e percorsa da un torrente la cui portata varia da 50 a 1500 L/S. Per avere un’idea si noti che il torrente trasporta ogni anno 5.000.000 di mq. d’acqua che contiene una media di 150 mg/L di carbonato di calcio disciolto per un totale di 750 tonnellate di roccia asportate annualmente dal sistema Carsico.

Dall’abbondanza d’acqua discende la piena vitalità dei processi speleogenetici: Bossea ci presenta ciò che la distingue in maniera molto netta fra le principali grotte turistiche italiane. Il concrezionamento calcareo costituito da stalattiti, stalagmiti, cortine e colate presenta spesso dimensioni imponenti e grande bellezza per forme e colori.

Esplorata nel 1850 da un gruppo di valligiani guidati da Domenica Mora venne aperta al pubblico il 2 agosto 1874 ad opera dei Seri. Giovanni Garelli di Mondovì. Dal 1969 è sede di una stazione scientifica deli Gruppo Speleologico Alpi Marittime del C.A.I. di Cuneo, che ha come oggetto d’indagine dei fenomeni biologici tuttora in atto nella cavità.

Bossea annovera ben 50 specie di animali cavernicoli di cui 10 endemiche e grande interesse riveste il materiale paleontologico rivelato da scavi condotti per alcuni decenni a partire dal giugno 1865. Con parte dei materiale è stato ricostruito uno scheletro completo di URSUS SPELAEUS, esposto nella sala del Tempio